Cartoline da Cuba

 La luz de el Malecòn

Nell’aria c’è ancora sentore di Revoluciòn, lo spirito del Comandante è sempre presente, musici e venditori echeggiano per las calles : – “Manììììì, manììììì, manìììì”- squilla la voce di una donna, indossa il vestito tradizionale e si avvicina alla gente per vendere le noccioline tostate sfoderando il sorriso creolo, -“manììììì, manìììì, manììì”- ripete a gran voce allontanandosi da plaza de armas. Sul malecòn mi sorprendo a cantare con un gruppo di suonatori incalliti che accorgendosi della nostra italianità intonano “volare” e poi “o sole mio”…..  respiro l’odore del mare mentre le onde spruzzano il mio cammino. Canto, lo sguardo rivolto a te musa distesa davanti ai miei occhi tra i chiaroscuri di un temporale in arrivo, sprigioni il fascino di una vecchia signora che si rifà il trucco per nascondere le rughe, canto e danzo mentre la luce si diffonde sul tuo profilo e negli occhi dei suonatori si accendono i colori del tramonto. Habana como te quiero!

 

Temporale caraibico

after the storm

 

 

Maria la Gorda y La historia del chichiòn

Per raggiungere la penisola di Guanahacabibes si deve passare per San Juan y Martinez, gioiello poco conosciuto della provincia di Pinar del Rio. Il verde delle coltivazioni contrasta con il blu del cielo interrotto dalle basse nuvole che sembrano accarezzare le piantagioni di tabacco e la vita fermenta di lavoro nei campi e di gioventù che torna da scuola su camion taxi.

Chiudete gli occhi e immaginate……

La leggenda racconta di galeoni spagnoli affondati dai pirati i quali rapirono un’indigena venezuelana in seguito abbandonata su una lunga candida spiaggia bordata di palme, mangrovie e bagnata da acque cristalline. Mille riflessi turchesi e luce abbagliano i nostri occhi.

Maria era il suo nome, era gorda, si stabilì in questa zona e aprì una posada, dove offriva vivande e qualcosa d’altro ai filibustieri che erano di passaggio, così fu che il sito ereditò il suo nome …..

mar y nubes  San Juan y Martinez

L'indigena

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16 Marzo 2012. Siamo a San Juan y Martinez a sorseggiare una cola rilassandoci all’ombra delle palme, dopo una giornata passata a Maria la Gorda.

“Señora, señora, en la rueda de su coche hay un chichion”- dice un ragazzo seduto sul muretto di fronte alla nostra auto. Lo guardiamo con stupore misto a diffidenza e lui continua indicandoci un rigonfiamento nel pneumatico anteriore sinistro – “es muy peligroso viajar con esto en la rueda, pueden explotar, necesita cambiar el neumático”…..

Ci sono circa quaranta chilometri da percorrere per raggiungere Pinar e il tragitto verso la città si è rivelato psicologicamente faticoso, con la velocità ridotta per evitare il peggio arriviamo verso sera, alla prima “ponchera” (officina delle gomme) trovata per caso ci fermiamo e il gommista montando la ruota di scorta ci consiglia di rivolgerci all’officina di Cubacar per sostituirla.

Così la mattina seguente avviene che gli incaricati dell’agenzia di noleggio ci cambiano la ruota di scorta senza tanti problemi dicendo che tutto è ok. Partiamo in direzione Villa Clara, sull’interminabile autopista naciònal facciamo una tappa e ci accorgiamo che un altro chichiòn è sbocciato nella ruota anteriore destra. –“ Noooooo, due chichiònes nel giro di poche ore, non è possibile!!! non voglio passare la mia vacanza a cambiare le gomme per colpa di questi dannati chichiònes!” Ci rivolgiamo a Cubacar nella città di Ciènfuegos, spieghiamo che il giorno prima abbiamo avuto lo stesso problema e gli addetti con un gesto di stizza montano una ruota che sta in condizioni peggiori. Battistrada liscio con il ferro che esce ai lati, -“ma questi sono pazzi”- penso io e dopo un acceso battibecco minaccio di andare alla polizia. Con tono deciso dico che rivoglio indietro i miei soldi lasciando la macchina lì. Allora tolgono la ruota di scorta dal baule di un’altra auto parcheggiata nel garage e la montano sulla nostra senza controllare il numero di serie e la pressione.

Sbigottimento!…….

Avevamo letto sulla guida di Cuba più venduta al mondo che si potevano incontrare difficoltà a noleggiare auto, ma non pensavamo certo che Cubacar mettesse a repentaglio la sicurezza dei viaggiatori. Al momento del contratto oltre al deposito della cauzione si deve pagare una polizza assicurativa nella quale sono escluse le ruote e la radio. L’incaricato quando consegna il mezzo si limita a controllarne ogni singola parte ma tralascia di dire che le gomme sono di scarsa qualità e se la pressione dei pneumatici non è corretta può capitare il botto. Cubacar mette a disposizione la revisione del motore ogni 3,000 km gratuitamente (???prestare sempre la massima attenzione in ogni caso) e le officine sono distribuite in tutto il paese ma per le ruote le spese sono a carico dei clienti e se un autista non si accorge di questi rigonfiamenti, nessuno può dire con certezza se il pneumatico è esploso perché chi è alla guida, ha centrato una buca o per un difetto già esistente e quindi è fatta: si paga il danno, sempre che non succeda di andare fuori strada prima di arrivare in officina. Un raggiro fatto con cura e difficile da provare. Per fortuna nostra il ragazzo seduto sul muretto ci ha salvato!

Abbiamo pagato un meccanico che non apparteneva allo staff di Cubacar per capirne qualcosa e ci ha spiegato che le gomme sono cinesi y son “muy malo” e che la pressione va regolata di qualche linea inferiore rispetto alla norma, per evitare che escano i chichiònes, così è che di bolle non ne abbiamo più viste per tutto il resto del tour. Gli addetti di Cubacar ai quali ci siamo rivolti non hanno fatto nulla per impedire questi pericolosi inconvenienti!

Consiglio per il noleggio: pagare sempre in contanti, vogliono USD e insistere per farsi rilasciare le ricevute di pagamento. Evitare di usare carte di credito perché una volta rientrati al proprio paese si rischia di vedersi addebitate ulteriori somme rispetto a quelle che si è già versato. Scaduto il contratto quando si riconsegna l’auto al garage, i soldi della cauzione devono essere restituiti. Per un errore dell’impiegata, secondo noi creato apposta, siamo stati obbligati a depositare la cauzione con carta di credito, e lei stessa ci ha garantito che non ci sarebbe stato addebito se l’auto si  riconsegnava senza danni e a parte, i difetti alle ruote che non erano una nostra responsabilità, la nostra auto non aveva un graffio, ma appena rientrati in Italia ci siamo trovati in conto la somma dell’assicurazione già versata in loco in cash USD, in sostanza il doppio della cifra della cauzione.

Sebbene a noi non piaccia seguire rotte battute dal turismo di massa e nonostante queste spiacevoli esperienze avute con quelli di Cubacar, devo dire con grande sorpresa che Cuba ci è piaciuta molto.

Bueno! ….senza fare inutili terrorismi la mia intenzione quindi è mettere in guardia chi come noi si avventura in una vacanza self drive, è meglio trattare in loco personalmente senza alcun operatore turistico come intermediario. Si sa che in un paese, dove l’economia è al tracollo qualcuno, cerchi di arraffare come può. Come dice il saggio bergamasco: “tot ol mond l’è paìs”

Ho trovato più onestà per strada che nell’ufficio di noleggio e nelle agenzie di viaggio, dove la confusione padroneggia. Al di fuori di questi ambienti i cubani sono davvero speciali!

Voglio ringraziare tutte le persone incontrate che si sono mostrate oneste e disponibili:

René un ragazzo incontrato all’Havana.

Lourdes Maria la proprietaria della casa particular a Pinar del Rio che è venuta a cercarci quando non sapevamo trovare la via del ritorno. Eravamo dal meccanico e il buio ci ha fatto perdere la tramontana.

Il ragazzo del muretto di nome Ramon.

Il meccanico che ci ha svelato il segreto del chichiòn e Mary la simpaticissima signora della casa particular a Ciénfuegos.

Adolfo, in arte “ El Pollo” e Yoli sua moglie, i bravissimi giovani proprietari della casa particular a Trinidad con loro abbiamo passato tre meravigliosi giorni. El Pollo ci ha fatto anche da guida in un’escursione a cavallo nella Sierra de Escambray senza pretendere un CUC in più.

Idolka, l’esperta cocktelera – cuoca e titolare della casa particular a Moron e tante altre persone di cui non ricordo il nome.

Si mangia benissimo e si sta meglio nelle casas particular che negli hotel a cinque stelle!

Il mio disappunto è per l’operatore turistico contattato in rete per prenotare l’autonoleggio e alberghi all’Havana e per i furbetti impiegati di Cubacar.

Voglio augurare buon viaggio a tutti quelli che decidono di andare a visitare by self la Isla granda.

Semi di zucca

Domenica. Echi orchestrali lungo il boulevard, suonano “La ciudad que mas me gusta a mi” onore a Benny Moré estrella de Cienfuegos, le note soffiate nel vento approcciano passi di rumba. Art decò a colori pastello, traffico mixato che scorre liscio come mojito. Intricati fili dell’alta tensione rigano di nero le bianche nuvole ammassate nel blu. Tedio di una chitarra solitaria a plaza Josè Marti, all’angolo c’è un campesiño che vende i prodotti della terra, semi di zucca come souvenir da piantare nell’orto di casa. Avvolti in un fazzoletto di carta e riposti nel baule dell’auto, resteranno lì per gran parte del viaggio finché l’operatore di un garage ripulendo el carro li butterà nella spazzatura. Adios a las calabazas cubane!

autopista

cienfuegos

note di rumba

Benny Morè

El camiño de los cangrejos

Paesaggi agresti profilati in lontananza dalla sierra di Escambray. Sfiliamo tra coltivazioni di canne da zucchero, mais, piantagioni di patate. Campesiños con gli inseparabili buoi dissodano le zolle, seminano, mietono, i cappelli a larghe tese per proteggersi dal sole nascondono volti grondanti sudore. Trinidad è aldilà dei monti, la strada ora si snoda parallela al mare e una statua posta all’imbocco indica che questo è stato territorio dei Tainos, popolazione amerindia estinta ormai. Pochi chilometri ci separano dalla città ma di fronte a noi l’asfalto sembra un infinito tappeto ondeggiante, miraggio? No! Miriadi di grossi granchi con le chele rivolte all’insù si spostano scoordinati da una all’altra parte della carreggiata. Aspettiamo, osserviamo, sono buffi e minacciosi e sono moltissimi -“Ma proprio oggi dovevate trasferivi in montagna?” Ci dicono che non esistono scelte tranne quella di passare sopra al tappeto. Noooo! e ci consigliano di passare velocemente per evitare danneggiamenti ai pneumatici. Cosa??? E a loro??? Madre de dios….Avanziamo a tutta birra esterrefatti da questo macabro spettacolo. Milioni spiaccicati, pochi salvi dall’altra parte, il rumore che si sente è raccapricciante, l’odore è nauseabondo. Autobus e auto ai lati con le gomme sgonfie. Chiudo gli occhi per non guardare ma involontariamente e inevitabilmente siamo testimoni partecipi a questa mattanza. Risultato due gomme bucate alle porte della più bella città coloniale che io abbia mai visto, strade e piazze senza tempo. Siamo alla ricerca di un’altra ponchera. Il castigo de los cangrejos si è compiuto: “ ben ci sta!”

Lui: Adolfo, tarchiato dal passo simile a quello dei pennuti, da qui deriva il sopannome “El Pollo” Lei:Yoli sua moglie, minuta e agrodolce, la coppia ci ospita a Trinidad per tre giorni. Accoglienza ottima cucina anche!

passante mattanza Taino IMG_3379_01

Eroi

“Tu mano gloriosa y fuerte sobre la historia…… para plantar la bandera con la luz de tu sonrisa y

tu amor revolucionario……comandante Che Guevara……..”

Ricordi in bianco e nero di quando ero ancora bambina prendono colore di fronte al memoriale di Villa Clara. Quando ne parlavano al telegiornale molti lo consideravano un bandito, ma ai miei occhi era un bellissimo principe. Ora è un eroe! Essere qui e seguire el camiño di un mito è una grande emozione e la sierra si rivela un verde gioello da esplorare.

“Canto porque estàs vivo Camilo y no porque te habias muerto”….. a Yaguajay c’è tanta storia come a Villa Clara e il memoriale dedicato a K 100fuegos ne è la testimonianza. Sarebbe bello avervi ancora quì, cavalieri amanti della libertà!

Ernesto K100fuegos

 Mar y nubes

Moron e l’arcipelago Jardines del Rey, paesaggi d’incantevole bellezza. Cayo Romano ultimo lembo di terra selvaggio e incontaminato. Spiagge vergini, storie di pescatori a los Pinos, il faro Velàzquez vecchio testimone del passaggio di galeoni e marinai. Sabbie finissime sollevate dalla brezza. Orizzonti blu che digradano nel mare smeraldo, turchese, poi acqua trasparente e spuma bianca ai miei piedi. Rumba che danza sul filo dell’onda. Remedios sonnolenta tranquillità dietro alle persiane socchiuse, le campanelle chiamano i fedeli nella chiesa de la Virgen embarazada e cayo Santa Maria sfodera le sue bianche perle. Matanzas la sua baia blu e il sole che tramonta dietro alla montagna. Adios Cuba io non so quando tornerò, ma se quel giorno arriverà spero di ritrovarti libera, bella così come sei e senza pesante trucco. cayo romano smeraldo Remedios

puesta de el sol

                                                                                                                                                           Velazquez